La storia che raccontiamo oggi ha inizio al tempo della terza crociata. Rispondendo all’appello di Papa Clemente III, migliaia di guerrieri cristiani lasciarono l’Europa per muovere ancora una volta in direzione della Terrasanta. Tra tutte le schiere di armati marciavano alla volta del Levante anche 15 mila crociati tedeschi con alla testa il loro Imperatore, l’ormai settantenne Federico Barbarossa, vecchio ma non ancora sazio di gloria. Federico però non avrebbe mai visto Gerusalemme: l’imperatore infatti morì annegato nel Salef, un torrente dell’attuale Turchia, probabilmente vittima di un infarto. Privi del loro sovrano, moltissimi cavalieri tedeschi si sbandarono e la crociata sognata dal Barbarossa abortì. Solo una parte del contingente restò nei ranghi riuscendo così a giungere a destinazione.

Proprio per dare assistenza alle migliaia di crociati loro compatrioti confluiti in Terrasanta, un gruppo di pii mercanti tedeschi di Brema e Lubecca decisero di fondare, nella città costiera di Acri, un ospedale dedicato a Santa Maria dei Tedeschi. In virtù della sua attività assistenziale e caritativa la confraternita ricevette già nel 1191 il riconoscimento papale. Fin da subito però si assistette ad una rapida militarizzazione dell’Ordine che, accanto alle funzioni di carattere ospedaliero, cominciò a esercitare un’attiva opera di difesa armata dei pellegrini giunti in Palestina dall’Europa. Fu così che nel 1199, riconoscendone i meriti, Papa Innocenzo III accordò la definitiva approvazione da parte della Santa Sede attraverso una bolla nella quale concedeva numerosi privilegi alla confraternita, assegnando nel contempo ai suoi membri il compito della lotta armata contro gli infedeli. Fu così che nacque l’Ordine dei Fratelli della Casa Ospitaliera di Santa Maria dei Teutonici in Gerusalemme, o più semplicemente, Ordine Teutonico.
Come i Templari e gli Ospitalieri anche i Cavalieri Teutonici facevano voto di castità, povertà e obbedienza. Entrando nell’ordine i nuovi cavalieri giuravano fedeltà a Dio e all’Hochmeister, il Gran Maestro. I membri dell’ordine erano sottoposti a una disciplina ferrea dettata dalla loro Regola, ispirata a quella di Sant’Agostino. Per quanto riguarda il vestiario, i cavalieri indossavano lunghi mantelli bianchi sui quali erano cucite croci di colore nero.

I Teutonici si differenziarono dagli ordini precedenti per una caratteristica distintiva: mentre i Templari e gli Ospitalieri erano per così dire “multinazionali” per quanto riguarda l’origine dei loro membri, l’Ordine Teutonico fin da subito restrinse il reclutamento esclusivamente ai cadetti di famiglie aristocratiche tedesche il che contribuì a conferirgli uno spiccato carattere germanico.
L’Ordine conobbe una svolta nella propria storia a partire dal 1210 con l’elezione del quarto Gran Maestro, Hermann von Salza. Costui era un cadetto di una nobile famiglia della Turingia ma soprattutto era amico e consigliere dell’Imperatore Federico II di Svevia. Sotto la guida di Hermann l’organizzazione mise in secondo piano la primitiva vocazione assistenziale per dedicarsi maggiormente a quella guerriera. Mentre l’avanzata islamica proseguiva inesorabile, i Teutonici lasciarono la Terrasanta spostando il loro campo d’azione dagli aridi deserti del Vicino Oriente ai piatti paesaggi della pianura ungherese. A partire dal 1211 infatti i Cavalieri si impegnarono a contrastare i Cumani per conto del Re d’Ungheria Andrea II. I Cumani, popolazione di stirpe mongola, vennero duramente colpiti dall’offensiva crociata che riuscì nell’intento di convertire al cristianesimo questi riottosi nomadi pagani.

Il sodalizio con la corona d’Ungheria si interruppe nel 1225: nonostante l’ottimo lavoro svolto infatti, Andrea II temeva che i Cavalieri potessero rendersi indipendenti facendo infeudare alla Santa Sede la regione oggi rumena del Burzenland (in Transilvania), da lui concessa ai Teutonici come base operativa per le operazioni contro i Cumani. Il passaggio dei Cavalieri contribuì allo stanziamento di coloni tedeschi noti in seguito come “Sassoni di Transilvania”, scacciati dalle loro terre sette secoli dopo, alla fine della seconda guerra mondiale.
L’Ordine non restò inattivo per lungo tempo: già nel 1226 i Cavalieri si spostarono in Polonia chiamati in aiuto dal duca Corrado di Masovia, stufo delle continue dispute di confine con i vicini prussiani e lituani, popolazioni ancora pagane. Nel 1235, come premio per la loro opera di conversione dei popoli baltici, l’imperatore Federico II concesse all’Ordine Teutonico la sovranità su tutte le terre strappate dai cavalieri ai pagani attraverso l’emanazione della Bolla d’Oro di Rimini. Alla dignità di Gran Maestro dell’Ordine si aggiunse così quella di Principe del Sacro Romano Impero di cui da allora in poi si sarebbero fregiati i successori di Hermann von Salza. La bolla imperiale di Rimini seguiva a un anno di distanza un analogo documento pubblicato da Papa Gregorio IX a Rieti con il quale il Pontefice riconosceva le conquiste dell’Ordine.

Nel 1237 I Cavalieri Teutonici si fusero con i Cavalieri Portaspada, un altro ordine monastico militare nato nel 1202 e operante nelle regioni di Curlandia, Semigallia e Livonia (oggi collocabili tra Lettonia ed Estonia). Nei territori occupati l’Ordine si adoperò per ottenere la conversione delle popolazioni pagane assoggettate, imponendo inoltre loro di sottostare ad un regime feudale durissimo. Il vessatorio trattamento ricevuto e l’attaccamento alla fede degli avi spinse nel 1260 i Prussiani a ribellarsi al dominio crociato, supportati nella loro azione dai vicini lituani. La reazione fu durissima: interi villaggi furono bruciati e migliaia di civili inermi furono massacrati senza pietà. Tra essi vi furono numerosi sciamani, impiccati alle loro querce sacre.
La sete di conquista e lo zelo religioso spinse poi i Cavalieri Teutonici a tentare la fortuna ancora più a est: l’invasione mongola del 1237 aveva ridotto la Russia ad un cumulo di macerie fumanti. Gli indeboliti principati russi, prostrati dalle devastazioni, apparvero dunque una facile preda per i Cavalieri. Il fatto che i russi fossero cristiani, seppure ortodossi e non cattolici, era per i Teutonici del tutto irrilevante: dal loro punto di vista si trattava di eretici da ricondurre alla “vera fede”. Tuttavia i monaci guerrieri non avevano fatto i conti con il Principe di Novgorod, Aleksandr Jaroslavic Nevskij, il quale ne arrestò l’avanzata sconfiggendo i crociati tedeschi il 12 aprile 1242 alla battaglia del Lago Peipus, tra le attuali Russia ed Estonia, guadagnandosi presso il proprio popolo la fama imperitura di eroe nazionale.

L’Ordine Teutonico toccò l’apogeo della propria potenza a metà del XIV secolo: lo Stato monastico dei Cavalieri divenne una vera e propria potenza regionale, i cui territori si estendevano dall’Estonia alla Pomerania comprendendo l’intera costa baltica. Amministrato con proverbiale efficienza tedesca era uno dei pochi, se non l’unico stato dell’epoca, a godere di una buona situazione finanziaria. Il governo dell’Ordine favorì il disboscamento di foreste e la bonifica di paludi al fine di ricavare nuovi terreni arabili. I Cavalieri eressero decine di fortezze per controllare il territorio fondando poi villaggi e città come Königsberg e Marienburg, divenuta dal 1308 capitale dello stato monastico. Venne inoltre incentivata l’immigrazione di migliaia di coloni germanici che si insediarono nell’area baltica dando vita a comunità di lingua e cultura tedesca sopravvissute nei Paesi d’adozione senza alcun problema sino alla metà del XX secolo. Nello stesso periodo si assistette anche ad un forte incremento dei commerci nell’area reso possibile dagli ottimi rapporti fra l’Ordine Teutonico e la Lega Anseatica, potente alleanza di città mercantili tedesche che deteneva il monopolio su tutti i commerci del Baltico e del mare del Nord, di cui erano membri anche alcune città dello Stato Monastico.

Nonostante l’apparente splendore l’Ordine mostrava già i primi sintomi della decadenza: la sua espansione era stata una costante preoccupazione per il Regno di Polonia, ormai ai ferri corti con questo ingombrante vicino, mentre la Chiesa romana non poteva accettare i tentativi dei Cavalieri di porre i vescovati baltici sotto la propria tutela. Anche la macchina militare dell’Ordine, che era stata alla base della sua potenza, cominciò a invecchiare per la riluttanza dei Cavalieri ad adattarsi alle nuove tattiche belliche e alle armi da fuoco in rapida diffusione.
Poi nel 1386 accadde un fatto che suonò per i Cavalieri come una campana a morto: il principe lituano Jogalia (o Jagellone) si convertì al Cristianesimo cattolico con il nome di Ladislao, obbligando la nobiltà e il popolo lituani ad abbandonare gli antichi idoli per abbracciare la Croce. Il successivo matrimonio di Ladislao con Edvige, futura santa ed unica erede alla corona polacca, gettò le basi per la creazione della Confederazione polacco-lituana, il più grande stato d’Europa. Ladislao Jagellone si pose alla testa di una grande confederazione di slavi decisi a vendicare secoli di sconfitte subite ad opera dell’odiato Ordine Teutonico. Fu così che il 15 luglio 1410 l’esercito polacco-lituano affrontò quello crociato alla battaglia di Tannenberg, conseguendo una strepitosa vittoria. Nello scontro cadde anche il ventiseiesimo Gran Maestro Ulrich von Jungingen.

Con la sconfitta di Tannenberg il fiero Deutschen Orden imboccò la via del tramonto: i cavalieri dovettero far fronte ai crescenti sentimenti di rivolta dei loro sudditi, ormai stanchi del pesante dominio feudale dell’Ordine. Di ciò approfittarono i polacchi che circa mezzo secolo dopo Tannenberg, nel giugno del 1457, conquistarono praticamente senza colpo ferire l’imprendibile fortezza di Marienburg. Rimasti senza paga i mercenari al soldo dell’Ordine preferirono disertare e consegnare il castello al Re di Polonia piuttosto che farsi ammazzare. Il Gran Maestro Ludwig von Erlichshausen dovette allora spostare la capitale dello stato monastico a Königsberg per poi sottoscrivere l’umiliante pace di Torun, con la quale cedeva l’importante regione costiera della Pomerania con la città di Danzica a Re Casimiro IV, del quale si riconosceva vassallo.
Ridotto alla sola Prussia Orientale, lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici sopravvisse sino al 1525 quando Alberto di Hohenzollern, Hochmeister dal 1511, aderì alla Riforma luterana secolarizzando i possedimenti dell’Ordine e dichiarandosi Duca di Prussia, conservando la dignità di Principe del Sacro Romano Impero. Nel 1618 la nipote di Alberto, Anna, sposò il lontano cugino Giovanni Sigismondo di Hohenzollern, Principe Elettore del Brandeburgo, dando origine a una dinastia i cui esponenti conserveranno intatte la fierezza e le virtù guerriere che furono dei cavalieri guidando uno stato, la Prussia, che a partire dal Settecento farà tremare l’Europa marciando al ritmo dei tamburi di guerra.