Nei manuali di storia nostrani i fatti di cui stiamo per raccontare hanno di solito un posto marginale. Eppure queste vicende costituiscono una fase cruciale della storia inglese, dalle quali William Shakespeare ha attinto a piene mani nella stesura di alcuni dei suoi più famosi drammi storici, come l’Enrico VI e il Riccardo III. Stiamo parlando della Guerra delle Due Rose, ossia il trentennale conflitto civile che dal 1455 al 1485 vide contrapposti i casati dei Lancaster e degli York, entrambi rami cadetti della dinastia dei plantageneti. Il nome con cui questa guerra viene ricordata deriva dalle insegne araldiche delle due famiglie cioè una rosa rossa per i Lancaster e una rosa bianca per gli York.

A metà del XV secolo sul trono d’Oltremanica sedeva Enrico VI Lancaster, un re debole, indeciso e affetto da evidenti tare mentali. A peggiorare la situazione della monarchia contribuiva l’andamento sempre più negativo della guerra contro la Francia: nel 1453, dopo ben 116 di quella che non a caso è passata alla storia come “Guerra dei cent’anni“, gli inglesi furono espulsi dal territorio francese, conservando soltanto il possesso della città di Calais, affacciata sulla Manica. In un’Inghilterra già agitata dalle rivolte popolari, sovente fomentate dai baroni in rotta con la corona, si riversarono così un gran numero di avventurieri, mercenari e uomini d’arme disoccupati di ritorno dai campi di battaglia francesi. In quello stesso 1453 le condizioni di salute di Enrico si aggravarono ulteriormente tanto che il sovrano risultò impossibilitato a esercitare le proprie funzioni regali.
Si scatenò allora la prevedibile rissa per ottenere la reggenza del regno. A farsi avanti fin da subito ci fu Riccardo, Duca di York, lontano cugino di Re Enrico. Minacciando la guerra civile il Duca ottenne la nomina a Lord Protettore del regno nel marzo del 1454. Tuttavia a Natale dello stesso anno Enrico parve migliorare il che portò inevitabilmente alla rimozione del reggente. Riccardo però non si rassegnò a farsi da parte: guadagnato alla propria causa il potente Conte di Warwick, Richard Neville, e radunato un esercito, marciò su Londra. L’armata del duca di York e quella reale si scontrarono a St. Albans, alle porte di Londra, il 22 maggio 1455.

Le truppe di Riccardo, superiori di numero, prevalsero su quelle realiste, uccidendone il condottiero, Edmund Duca di Somerset, parente del Re (era cugino del padre del sovrano). In seguito alla disfatta del suo esercito, Enrico VI fu fatto prigioniero. Il Parlamento lo confermò comunque nella carica di sovrano, emanando nel contempo un’amnistia per tutti i sostenitori di Riccardo di York.
In quello stesso periodo il sovrano fu colpito nuovamente dai disturbi mentali che lo affliggevano e che lo riportarono in uno stato di catatonia. Riccardo assunse dunque la reggenza che ebbe però breve durata: all’inizio del 1456 Enrico tornò in sé, costringendo il Duca di York ad abbandonare la carica di Lord Protettore, restando tuttavia a corte come consigliere del sovrano. L’astio tra Riccardo e i reali parve placarsi quando, nel 1457, si giunse a una pacificazione fra le parti. La tregua si ruppe tuttavia già dopo un anno a causa della crescente ostilità tra il Duca di York e la Regina Margherita. La parola passò quindi di nuovo alle armi che decretarono la vittoria delle truppe yorkiste, guidate ancora una volta dall’energico Richard Neville, nella battaglia di Northampton, combattuta il 10 luglio 1460.

Re Enrico fu nuovamente fatto prigioniero venendo però stavolta rinchiuso nella Torre di Londra. Fu così che ad ottobre Riccardo di York poté ottenere il riconoscimento delle sue pretese alla successione grazie a una decisione del Parlamento che rimosse dalla successione il giovane Principe di Galles Edoardo di Lancaster, figlio di Re Enrico e di Margherita d’Angiò, dichiarando Riccardo erede al trono. La regina Margherita fu così costretta alla fuga in Scozia. Dal suo esilio la sovrana riorganizzò le proprie forze reclutando un nuovo esercito con l’aiuto dei sostenitori scozzesi. I lancasteriani marciarono allora da nord verso il cuore dell’Inghilterra. Riccardo di York andò loro incontro e i due eserciti si affrontarono a Wakefield il 30 dicembre 1460. La vittoria arrise alle truppe lancasteriane mentre il Duca di York venne addirittura ucciso nello scontro. Edoardo di York, figlio primogenito di Riccardo, ereditò allora i diritti del padre al trono inglese. Il successivo 17 febbraio l’esercito dei Lancaster sconfisse ancora i rivali yorkisti nella seconda battaglia di St. Albans liberando Re Enrico VI, che il conte di Warwick in ritirata si era portato con sé da Londra. Enrico e Margherita mossero allora alla volta della capitale ma una volta arrivati sotto le mura si videro sbarrare le porte dai londinesi che temevano un possibile saccheggio della città da parte delle truppe reali, affamate e senza paga. I sovrani si diressero allora verso nord per colpire Edoardo di York il quale però si diresse subito a Londra e una volta entrato in città dichiarò decaduto Enrico VI proclamandosi sovrano al suo posto con il nome di Edoardo IV.

Deciso a farla finita una volta per tutte con il rivale, Edoardo IV affrontò Enrico VI nella più sanguinosa delle battaglie della guerra civile, combattuta il 29 marzo 1461 a Towton. Dopo una giornata di violenti scontri, al termine della quale restarono sul campo 20 mila uomini di entrambe le parti, la vittoria andò a Edoardo IV. La resistenza dei Lancaster non si spense nonostante la disfatta, nemmeno quando Enrico fu catturato nuovamente nel 1465. L’opposizione a Edoardo IV fu anzi rafforzata dall’adesione di Richard Neville, messo da parte dall’ingrato sovrano nonostante il decisivo contributo dato dal Conte di Warwick alla causa degli York. Per suggellare la nuova alleanza con i Lancaster, Warwick diede in sposa la propria figlia Anna al giovane Edoardo di Lancaster, figlio di Enrico VI. Grazie al sostegno di Luigi XI di Francia, cugino della regina Margherita, i Lancaster radunarono un nuovo esercito che, al comando di Warwick, sbarcò in Inghilterra costringendo alla fuga Edoardo IV e liberando Enrico VI, che poté tornare sul trono il 30 ottobre 1470.

Edoardo riparò in Borgogna alla corte del cognato Carlo il Temerario, marito di sua sorella Margherita di York. Grazie al sostegno finanziario del duca di Borgogna egli poté reclutare un nuovo esercito con cui rientrò in patria nel 1471 deciso più che mai a prendersi la rivincita. Dapprima vinse la battaglia di Barnet del 14 aprile , nella quale morì Warwick, poi trionfò ancora a Tewkesbury il 4 maggio, in uno scontro in cui restò ucciso Edoardo di Lancaster. Di nuovo padrone del regno, Edoardo IV liquidò anche l’ormai folle Enrico VI, che fu trovato senza vita nel suo alloggio nella Torre di Londra il 21 maggio 1471.
Edoardo IV scomparve dopo dodici anni di regno il 9 aprile 1483 ad appena quarantuno anni, lasciando il trono al suo omonimo figlio primogenito, appena tredicenne. Il giovane Edoardo V passò così sotto la tutela dello zio, il Duca di Gloucester Riccardo. Costui fece rinchiudere nella Torre di Londra il giovanissimo sovrano assieme al fratello, il decenne principino Riccardo. Poi, con l’aiuto di testimoni compiacenti, fece in modo che il parlamento proclamasse invalida l’unione fra il suo defunto fratello e l’odiata cognata Elisabeth Woodville in modo che i loro figli fossero a loro volta dichiarati illegittimi e dunque esclusi dalla successione regale. Libero da concorrenti il duca di Gloucester poté cingere la corona venendo incoronato il 6 luglio 1483 come Re Riccardo III d’Inghilterra. Edoardo V e Riccardo non uscirono mai più dalla Torre di Londra: con ogni probabilità lo zio li fece uccidere per liberarsi una volta per sempre di due scomodi rivali.

Fu allora che si fece avanti per reclamare i propri diritti al trono il ventiseienne Enrico Tudor, nipote di Owen Tudor, un nobile gallese, e di sua moglie Caterina di Valois, madre del defunto Enrico VI, che aveva sposato Owen in seconde nozze dopo la scomparsa del primo marito, Enrico V. Il giovane pretendente sbarcò in Inghilterra nel 1485 con un piccolo esercito raccogliendo un numero crescente di adesioni alla propria causa nel corso della propria avanzata. In particolare si rivelò decisivo l’appoggio di Thomas Stanley, Conte di Derby, e di Henry Percy, Conte di Northumberland, che disertarono dall’esercito di Riccardo per unirsi a quello di Enrico. Lo scontro decisivo tra i due rivali si consumò il 22 agosto 1485 a Bosworth Field. In quella battaglia Riccardo III restò ucciso nello scontro lasciando Enrico unico pretendente al trono. Quella battaglia fu resa memorabile da William Shakespeare che immortalò re Riccardo mentre, disarcionato nel fango sul campo di battaglia, grida disperato “un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!” prima di venire trafitto mortalmente da un colpo di spada.

Terminava finalmente la Guerra delle Due Rose che per trent’anni aveva insanguinato l’Inghilterra. Enrico Tudor fu incoronato come Re Enrico VII il 30 ottobre 1485 nell’Abbazia di Westminster. Per suggellare la propria ascesa al trono il sovrano sposò, il 18 gennaio 1486 la principessa Elisabetta di York, figlia maggiore di Edoardo IV. La Guerra delle Due Rose segnò per l’Inghilterra il definitivo tramonto del Medioevo e l’ingresso nell’Età Moderna. Il conflitto aveva falciato la nobiltà d’Oltremanica, i cui esponenti di spicco caddero durante la guerra o andarono in rovina a causa di essa. La nuova dinastia Tudor rientrò così in possesso di numerosi feudi che distribuì a un nuovo ceto nobiliare a essa fedele. La nobiltà non costituì più quindi un potere concorrente alla Corona bensì passò al servizio di quest’ultima, rafforzandone il potere. Verso la fine del XV secolo Enrico VII sostenne le spedizioni dei veneziani Giovanni e Sebastiano Caboto nell’attuale Canada impegnandosi inoltre nella fondazione di quella che diventerà la gloriosa Royal Navy britannica. Dopo di lui i suoi successori, il figlio Enrico VIII e la nipote Elisabetta I, continueranno ad assicurare all’Inghilterra decenni di pace e prosperità gettando così le basi per la costruzione dell’Impero britannico.