Quando pensiamo alla data di inizio del primo conflitto mondiale la nostra memoria corre quasi in automatico all’anno 1914. Pochi fra i lettori invece ricorderanno come il mondo fosse stato già interessato da una guerra globale, ben centocinquantotto anni prima dell’attentato di Sarajevo. Questo conflitto è ricordato nei manuali di Storia come “Guerra dei Sette Anni” a causa della sua durata. Essa si prolungò infatti dal 1756 al 1763 e coinvolse tutte le grandi potenze europee del XVIII secolo oltre ad un gran numero di Stati minori.

Una novità di questa guerra fu rappresentata dal fatto che le operazioni militari non interessarono unicamente il Vecchio Continente ma coinvolsero anche aree geografiche molto distanti dall’Europa, in Asia come in America, a testimonianza del fatto che a metà del Settecento gli interessi commerciali e coloniali delle potenze europee avevano già un respiro di carattere globale.
Tra le cause scatenanti dello scoppio della guerra dei Sette Anni occorre senz’altro annoverare il contenzioso austro-prussiano relativo al possesso della Slesia, una regione oggi polacca ricca di risorse minerarie oltre che collocata in posizione strategica tra i possedimenti degli Asburgo e quelli degli Hohenzollern. Nel 1740, dopo la morte dell’Imperatore Carlo VI d’Asburgo, sua figlia Maria Teresa aveva dovuto lottare contro mezza Europa per affermare i propri diritti ereditari sui possedimenti paterni. Questo conflitto, noto come Guerra di Successione austriaca, aveva visto l’Austria asburgica battersi a fianco di Gran Bretagna, Russia, Province unite e Hannover contro Francia, Spagna, Prussia, Svezia e Baviera.

Nel corso della guerra il sovrano di Prussia Federico II di Hohenzollern guidando con abilità il suo piccolo ma addestratissimo esercito era riuscito ad occupare la Slesia, “scippandola” a Maria Teresa i cui eserciti avevano tentato di scacciare gli invasori. Le conquiste di Federico furono riconosciute dal Trattato di Aquisgrana, sottoscritto dai belligeranti nel 1748 a conclusione di otto anni di guerra. Oltre alla Slesia, l’Austria fu costretta a rinunciare anche al Ducato di Parma e Piacenza, assegnato a Don Filippo di Borbone, figlio del sovrano spagnolo Filippo V, oltre ad alcuni territori nella Lombardia occidentale, ceduti ai Savoia. Ad ogni modo Maria Teresa vide riconoscersi i propri diritti ereditari sugli stati che erano stati di suo padre, oltre all’investitura di suo marito Francesco Stefano di Lorena a Imperatore del Sacro Romano Impero.

Decisa comunque a riprendersi la Slesia Maria Teresa, coadiuvata dal suo Cancelliere, il principe Anton Wenzel von Kaunitz, operò un vero e proprio rovesciamento delle alleanze, abbandonando la tradizionale amicizia con la Gran Bretagna per avvicinarsi alla sua storica rivale, la Francia dei Borbone. Il risultato della politica estera teresiana fu la creazione di un’imponente coalizione continentale formata da Austria, Francia e Russia a cui si affiancavano potenze minori come la Sassonia e la Baviera. A quel punto la Gran Bretagna si schierò a fianco della Prussia, desiderosa di espandere i propri possedimenti coloniali a spese della Francia.
Della coalizione facevano parte anche gli stati tedeschi di Hannover e Brunswick, legati alle potenze maggiori da vincoli dinastici, essendo Giorgio II di Gran Bretagna anche Re di Hannover mentre il Duca di Brunswick, Carlo I, era cognato di Federico di Prussia. Numeri alla mano, le forze schierate contro di lui sarebbero state teoricamente in grado di schiacciare senza problemi Federico, il quale però dimostrò ancora una volta di possedere la stoffa del grande condottiero. Sentendosi accerchiato, il Re di Prussia scelse di prevenire una sicura invasione austriaca della Slesia giocando d’anticipo, esattamente come avrebbe fatto la Germania nell’estate del 1914. Il 29 agosto 1756, alla testa di 63 mila soldati, Federico di Prussia diede inizio alle ostilità invadendo la confinante Sassonia, suscitando lo sdegno delle corti europee. Federico tuttavia non era intenzionato a fermarsi ma anzi intendeva proseguire la propria marcia verso un obbiettivo ancora più ambizioso: la Boemia.

Le armate prussiane dilagarono in territorio asburgico a partire dalla primavera del 1757, giungendo a minacciare la stessa Praga. Solo la ferrea determinazione del maresciallo Leopold von Daun impedì, pur a prezzo di migliaia di perdite, che Federico si impossessasse della capitale boema. Quella subita alla battaglia di Kolìn il 18 giugno 1757 fu la prima seria sconfitta del Re di Prussia. Il maresciallo Daun venne insignito dell’Ordine Militare di Maria Teresa, creato appositamente dall’Imperatrice per commemorare il trionfo.
Federico dal canto suo aveva perso una battaglia ma non era certo stato piegato: il 5 novembre 1757 assestò un duro colpo ai suoi nemici nella battaglia di Roßbach, nella quale con appena 11 mila soldati ebbe ragione dei 40 mila avversari austro-francesi. L’impressione suscitata dalla disfatta fu tale che il governo di Luigi XV di Francia si affrettò a firmare una pace separata con la Prussia.

Infine, esattamente un mese dopo Federico si prese la sua rivincita alla battaglia di Leuthen, in Slesia, infliggendo una dura lezione alle truppe asburgiche guidate dal generale Carlo Alessandro di Lorena, fratello dell’Imperatore Francesco e cognato di Maria Teresa. Mentre la guerra infuriava in Europa, oltremare la rivalità in campo navale e coloniale tra francesi e inglesi accese nuovi scontri nelle colonie in Asia come in America. Nel corso della loro guerra in America settentrionale tanto gli inglesi quanto i francesi siglarono patti di alleanza con le tribù indiane della zona. In particolare i britannici ebbero l’appoggio degli Irochesi mentre i francesi furono alleati degli Uroni, a loro volta rivali degli Irochesi. Su entrambi i fronti la contesa si risolse in favore delle armi britanniche. In India gli uomini della Compagnia Inglese delle Indie Orientali, guidate dal governatore del Bengala Robert Clive inflissero una serie di rovesci alle forze francesi come ad esempio alla battaglia di Plassey, combattuta il 23 giugno 1757, oltre all’assedio di Pondicherry nel 1760. Nello stesso periodo le truppe di Sua Maestà britannica inflissero un altro smacco ai francesi alla battaglia del Quèbec, conquistando così l’omonima regione canadese e occupandone anche la capitale Montreal.

Intanto in Europa, nonostante i successi ottenuti contro gli austriaci a Liegnitz (15 agosto 1760) e a Torgau (3 novembre 1760, e contro i russi a Zondorf (25 agosto 1758), all’inizio del 1761 la situazione militare di Federico II e della Prussia si faceva sempre più critica. A salvare il Re di Prussia dalla catastrofe comunque contribuì da una parte lo stato di prostrazione militare e finanziaria di Austria e Russia, le quali mancavano delle risorse necessarie per lanciare l’offensiva finale, e dell’altra la dipartita della Zarina Elisabetta di Russia avvenuta il 5 gennaio 1762. Alla defunta imperatrice succedette infatti suo nipote Pietro III. Il nuovo Zar, da sempre grande ammiratore di Federico appena salito al trono ordinò il ritiro delle truppe russe dal fronte siglando il 5 maggio 1762 il trattato di San Pietroburgo con il quale lo Zar rinunciava a tutte le conquiste stipulando un’alleanza con la Prussia che tuttavia non si concretizzò a causa della detronizzazione di Pietro da parte della moglie Caterina II, avvenuta il 9 luglio di quello stesso 1762.
L’uscita di scena della Russia dalla guerra riequilibrò la situazione militare convincendo Maria Teresa d’Asburgo a scendere a patti con Federico, il quale grazie al voltafaccia dei russi era nel frattempo riuscito a riprendere il controllo della Slesia. Ad ogni modo all’inizio del 1763 tanto l’Austria quanto la Prussia erano stremate da una guerra che si trascinava in maniera inconcludente da ormai sette anni. Intere regioni dell’Europa Centrale come la Sassonia e la Boemia erano state devastate e quasi un milione di soldati aveva perso la vita senza contare che le finanze di entrambi i contendenti erano gravemente dissestate. La Guerra dei Sette Anni si chiuse definitivamente con i trattati di Parigi e Hubertusburg, sottoscritti rispettivamente il 10 e il 15 febbraio 1763. Con la pace di Parigi la Gran Bretagna strappò alla Francia tutti i suoi possedimenti in India oltre al Quebec e i territori ad est del fiume Mississipi ottenendo inoltre la Florida dalla Spagna. Il trattato di Hubertusburg invece sancì la fine delle ostilità fra Austria e Prussia, che conservava il possesso della Slesia.

La Guerra dei Sette Anni contribuì alla definitiva affermazione della piccola Prussia, che entrò prepotentemente a pieno titolo nel ristretto club delle grandi potenze, consolidando inoltre il mito del suo Re, che da allora iniziò ad essere ricordato come Federico “il Grande”. Tutto questo era stato possibile grazie all’ottimo uso che Federico aveva fatto della straordinaria macchina militare prussiana ereditata da suo padre Federico Guglielmo I, non a caso passato alla Storia con il soprannome di “Re Sergente”.
L’alleanza fra la Francia borbonica e l’Impero degli Asburgo non venne meno anche dopo la fine della guerra e anzi venne rafforzata dal matrimonio di Maria Antonietta d’Asburgo, figlia di Maria Teresa, con il nipote quindicenne di Luigi XV, il Delfino Luigi Augusto, destinato a succedere al nonno con il nome di Luigi XVI. La sconfitta nella guerra gettò tuttavia un forte discredito sulla monarchia in tutta la Francia. Ciò contribuì a gettare i semi della Rivoluzione che avrebbe sconvolto il Regno ventisei anni dopo la fine del conflitto, provocando la destituzione della dinastia dei Borbone.

Infine, per quanto riguarda l’altra grande vincitrice del conflitto, ossia la Gran Bretagna, essa divenne la prima potenza navale del globo, gettando le basi per la creazione del più grande impero coloniale della Storia. Tuttavia, il venir meno della minaccia francese in Nord America e l’aumento del carico fiscale imposto per ripianare i debiti contratti durante la guerra finiranno per esasperare il risentimento dei coloni americani, che, nel 1776 si solleveranno contro la madrepatria al grido di “niente tasse senza rappresentanza”. La volontà di rivalsa per le sconfitte patite nella Guerra dei Sette Anni porterà la Francia e la Spagna a sostenere attivamente la ribellione delle Tredici Colonie contro la madrepatria inglese. Questo nuovo conflitto, chiamato in seguito Guerra di Indipendenza Americana, o Rivoluzione Americana, si chiuderà definitivamente nel 1783 con la nascita di una nuova nazione, gli Stati Uniti d’America.
Ne avevo già letto da ragazzino su un libro di storia che avevamo a casa, (https://www.ibs.it/grandi-civilta-dalle-piramidi-ai-libri-vintage-vari/e/2560559282206), sono sempre stato appassionato di storia ed in particolare quella militare. Ma qui è molto ben scritto, semplice, chiaro, scorrevole. Complimenti.
"Mi piace"Piace a 1 persona