IL GRADO DI MARESCIALLO DELLA DDR NELLE FORZE ARMATE DELLA GERMANIA SOCIALISTA
Nel blocco militare socialista del Patto di Varsavia, la dottrina militare dei Paesi membri ricalcava, spesso e volentieri sia nella forma che nella sostanza, le strutture e gli inquadramenti di quella sovietica.Tali similitudini si proponevano più frequentemente ai livelli superiori che a quelli medi e inferiori dei corpi ufficiali delle armate del Patto di Varsavia.
Il modello sovietico presentava quattro gradi per gli ufficiali generali più un grado supremo – Maggior Generale, Tenente Generale, Colonnello Generale, Generale d’Armata ed infine Maresciallo dell’Unione Sovietica.

In alcune branche delle forze armate sovietiche – Aviazione, Artiglieria, Truppe Corazzate, Ingegneri, Trasmissioni – il grado di Generale d’Armata era sostituito da due gradi equivalenti – Maresciallo e Maresciallo capo. C’è da notare come questo sistema sia rimasto più o meno invariato – sono stati aboliti i gradi di Maresciallo e Maresciallo capo e sostituiti da un grado di Generale d’Armata, mentre il grado supremo di Maresciallo dell’Unione Sovietica si è trasformato in Maresciallo della Federazione Russa – nelle attuali forze armate russe.
Molti dei Paesi facenti parti del blocco, seguivano quindi la tradizione sovietica risultando in un numero di gradi supremi di Marescialli, e in alcuni casi superavano i maestri sovietici nella pratica – basti pensare che nella Corea del Nord, che a suo tempo rinnegò le ispirazioni marxiste-leniniste per concentrarsi sull’ideologia Juche, furono creati e sono mantenuti ancor oggi ben quattro gradi di Maresciallo – Taewonsu, Wonsu, Immingun Wonsu, e Chasu – Gran Maresciallo, Maresciallo della Repubblica, Maresciallo dell’Esercito e Vicemaresciallo.

Al centro il leader della DDR Erich Honecker.
Tuttavia, una grande eccezione si andò profilando sempre più chiaramente nel corso degli anni. Nell’apparato militare degli Organi armati della Repubblica Democratica Tedesca, un grado equivalente a quello sovietico fu stabilito solo nel 1982, su decreto dello Staatsrat – il Consiglio di Stato. Perché questo ritardo? Per comprenderne le ragioni, dobbiamo fare un passo indietro.
Nel maggio del 1945, il Reich nazista che sarebbe dovuto prosperare per mille anni cessò di esistere a tutti gli effetti e la Germania divenne una terra devastata occupata da potenze straniere. All’epoca doveva essere inimmaginabile che appena undici anni dopo le truppe tedesche, indossando lunghi stivali di pelle nera, uniformi color feldgrau e con i fucili d’assalto Stg-43 stretti in pugno avrebbero marciato ancora una volta per le strade di Berlino. Nel blocco orientale essi consideravano i protettori della pace, un’avanguardia contro il fascismo, il nazismo e il capitalismo. In Occidente erano visti come un segno minaccioso di rinascita del militarismo di stampo hitleriano. Ancora una volta si preparavano piani per la battaglia in Europa e la Germania, soprattutto Berlino, era al centro di tutto. Si può quasi affermare che la Seconda Guerra Mondiale non sia davvero finita fino alla riunificazione della Germania, quando i tedeschi fecero prevalere la volontà democratica di ricostruire la loro nazione e le ultime truppe di occupazione russe ebbero lasciato il suolo tedesco all’inizio degli anni novanta.

Detto, questo, possiamo affermare che le radici della Germania dell’Est sono profondamente legate alle radici del Terzo Reich. La leadership politica della neonata Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR) in gioventù, aveva combattuto per le strade contro le SA di Hitler ed era fuggita in Unione Sovietica quando i nazionalsocialisti avevano preso il sopravvento. Dopo la fine della guerra, questi profughi fuggiti dalla Gestapo e dalle SS furono riportati dall’Unione Sovietica e installati in posizioni di comando nella Zona di Occupazione Sovietica. Coloro che avevano perso contro i nazionalsocialisti negli anni trenta avevano ora la possibilità di rimodellare la Germania. Nel 1949 la Zona di Occupazione Sovietica divenne la nazione “sovrana” della Deutsche Demokratische Republik. Il riarmo iniziò dalle unità di “Polizia popolare” (Volkspolizei) e Polizia di frontiera (Deutsche Grenzpolizei), e si espanse ulteriormente con la creazione di “unità di allerta della polizia presidiata” (Kasernierte Volkspolizei – Bereitschaften, o KVP) dal 1952 fino al 1956. Durante questo periodo, il KVP era l’esercito de facto della Germania orientale e il design dell’uniforme fu fortemente influenzato dai sovietici – in parole povere, le uniformi erano un ibrido del design sovietico frammisto alle insegne tedesche.

Nel 1956, tutte le finzioni di una semplice polizia popolare furono finalmente messe da parte e la Germania dell’Est rivelò il suo pieno riarmo con la creazione del Nationale Volksarmee, o “NVA”. Il governo della Germania dell’Est, in linea con la sua pretesa di essere il “vero guardiano” delle tradizioni militari e culturali tedesche, abbandonò le uniformi in stile sovietico della KVP e reintrodusse un’uniforme modernizzata basata sul design tradizionale tedesco da far indossare alla NVA. Le nuove uniformi e le insegne presentavano una sorprendente somiglianza con quelle della Wehrmacht – cosa che suscitò non poche critiche sia dalle potenze occidentali – specialmente la controparte tedesca dell’Ovest, che stava seguendo le infrastrutture e inquadramenti propri della NATO e in essere ancora oggi – che da alcuni alleati orientali, le cui memorie portavano cicatrici ancora non del tutto sanate riguardo ai tedeschi in uniformi grigie.
Nel corso dei successivi trent’anni le uniformi della NVA si sono evolute man mano che le dimensioni, la forza e la prontezza delle forze armate della Germania orientale erano cresciute sempre più, al punto che la NVA divenne l’alleato più fidato dei sovietici in Europa. Quindi, per quale motivo non fu concepito prima un grado di comandante supremo? Innanzitutto, c’è da notare che il ricordo dei Generalfeldmarschalls di Hitler e il grado di Reichsmarschall conferito a Hermann Goering erano ancora vivo nella memoria recente. La NVA non voleva riprendere troppo le strutture del vecchio regime, oltretutto viste come inadeguate e ossificate. Inoltre, i sovietici temevano che la creazione di un grado supremo per i tedeschi dell’est avrebbe dato loro troppa confidenza. Già i gradi di Armeegeneral – Generale d’Armata erano relativamente esclusivi – solo cinque uomini raggiunsero tale grado, tra cui il Ministro della Difesa Will Stoph e il temutissimo ed infame Ministro della Sicurezza di Stato Erich Mielke, la cui organizzazione, la famigerata Stasi, ha lasciato un ricordo infausto nella memoria tedesca quanto quello della Gestapo

la parata NVA del 1988, nel 39 ° anniversario della DDR.
Il grado di Marschall der DDR non fu messo concretamente a fuoco e regolarizzato fino al 1984, e fu specificato che doveva essere conferito solo in tempo di guerra. Operativamente, egli avrebbe dovuto controllare tutte le truppe NVA, della Volkspolizei e della Stasi presenti nella DDR. Un numero molto limitato di spalline e fregi – sei paia, si ritiene – fu prodotto per essere assegnato a certi individui dopo la promozione al grado di maresciallo. Questi esemplari sono particolarmente pregiati per il fatto di avere rubini autentici al centro delle stelle della spallina. Un certo numero di finte insegne sono stati realizzati anche per essere utilizzati nelle esposizioni di fregi e uniformi, nelle scuole militari e nei musei. Sono identici nella costruzione con l’eccezione che un materiale polimerico di colore rosso chiaro si trova al centro delle stelle della spallina, al posto del costoso rubino. La stragrande maggioranza delle mostrine sul mercato odierno sono riproduzioni post-unificazione.
Nel novembre 1989, con la caduta del muro di Berlino e il diffondersi dei discorsi sulla riunificazione, il grado di Marshall der DDR fu abolito su disposizione dell’Ammiraglio Heinrich Hoffmann, l’allora Ministro ad interim della Difesa Nazionale. Ma chi sarebbero stati i candidati primari a questo grado così prestigioso? Si suppone che inizialmente Erich Honecker, l’allora leader del Paese, volesse concederselo per elevare la propria posizione. Poi si arrivò a pensare che fosse tutto un piano di Mielke per acquisire maggior potere e forse creare uno stato di polizia ancora più oppressivo. Ma quando fu specificato che il grado poteva essere conferito solo a chi aveva avuto sufficiente esperienza nelle forze armate – Honecker aveva disertato dalla Wehrmacht e Mielke, come la sua controparte nazista Heinrich Himmler, era sempre stato un poliziotto ma mai un soldato – il candidato più probabile divenne l’Armeegeneral e Ministro della Difesa Nazionale Heinz Kessler.

Alla fine degli anni ottanta, quando l’insoddisfazione popolare iniziò a sfociare in una protesta aperta e sempre meno impaurita dell’apparato di regime, la NVA si rifiutò di sparare sui concittadini della Germania dell’Est che avevano giurato di proteggere. Poco dopo il muro di Berlino cadde e la prospettiva della riunificazione divenne innegabile. Nell’ottobre 1990 la Germania dell’Est cessò di esistere e, mentre una piccola parte del personale della NVA fu assorbita nella Bundeswehr, per la maggior parte degli ufficiali della NVA ci fu la fine della loro carriera. La fine della NVA non è stata causata da spargimenti di sangue e distruzione, ma da un “cataclisma silenzioso”, un qualche che fece sì che venisse superata dalla realtà politica. È stato detto che l’NVA era l’ultimo, vero esercito tedesco da invasione. L’Europa è davvero fortunata ad aver evitato di affrontare un simile esercito in combattimento, e i tedeschi sono fortunati che quegli ufficiali della NVA che si rifiutarono di aprire il fuoco sulle folle abbiamo mostrato, forse memori degli errori dei loro antenati della Wehrmacht, un po’ più di coscienza e un po’ meno fanatismo.
Fonti e riferimenti:
- Klaus H. Feder: Marschall der DDR – ein Dienstgrad, den keiner erreicht. Militaria, 2002
- Klaus Wather: Uniformeffekten der bewaffneten Organe der DDR Band II. Ecotour, 1994