François Duvalier, il dittatore stregone

Nel coloratissimo e vario panorama delle dittature del Ventesimo secolo, forse una delle più bizzarre – ma non meno terrificanti – è stata quella della dinastia dei Duvalier a Haiti, la quale regnò sul Paese per quasi trent’anni. Potrebbe essere difficile immaginare come un Paese, che dovette subire i soprusi dell’occupazione americana dal 1915 al 1934 prima e i massacri etnici del vicino dittatore dominicano Rafael Trujillo poi, potesse degenerare in una dittatura ancor più brutale, questa volta imposta da un haitiano e per giunta aveva fama di essere un ”uomo buono”. Tuttavia, una tale deviazione non è sorprendente se si considera il passato turbolento e violento di Haiti.

Haiti occupa la porzione occidentale dell’Isola di Hispaniola.

Era stata una delle prime colonie a ribellarsi contro gli schiavisti francesi, e nonostante gli haitiani – un popolo di schiavi – fossero riuscito a far valere il loro diritto di autodeterminazione, l’indipendenza non portò alcuna serenità alla neonata Repubblica. Una continua sequenza di guerre, colpi di Stato, cambio di denominazioni e strutture – basti pensare che sotto il secondo Presidente Jean-Jacques Dessalines, Haiti – all’epoca Repubblica di Saint Domingue – era addirittura divenuta un minuscolo Impero e che lui, precedendo addirittura Napoleone di qualche mese, si era incoronato Imperatore con il nome di Jacques I. Il suo regno durò poco più di due anni ed Dessalines preferì uccidersi piuttosto che venire spodestato. Alla sua morte il Paese divenne lo Stato di Haiti, poi Regno di Haiti, poi di nuovo Repubblica e quasi un altro decennio come Secondo Impero, ed infine e definitivamente una Repubblica, se non di nome, almeno di fatto. Tutti questi cambiamenti ebbero luogo in poco meno di settant’anni, dal 1791 al 1859.

Jean-Jacques Dessalines, Presidente di Haiti autoproclamatosi Imperatore col nome di Giacomo I.

Quando il giovane e talentuoso dottore François Duvalier  cominciò a interessarsi di politica, Haiti aveva avuto solo due Presidenti che avevano portato a termine il loro mandato e che non fossero stati deposti o uccisi. Ma concentriamoci sulla figura del ”buon dottore”, chiamato da tutti con l’appellativo di ”Papa Doc”. François Duvalier nacque nel 1907 nella capitale di Port-au-Prince, in una famiglia dell’élite nera – il padre era un giudice di pace e la madre un’affermata pasticciera.

Il giovane Duvalier era un ragazzo vispo e molto intelligente, e venne avviato dai genitori verso una promettente carriera accademica come medico. Tuttavia i suoi studi furono difficoltosi a causa dell’occupazione americana – che imponeva la medesima segregazione razziale vigente negli USA. Questo incontro col razzismo influenzò molto il giovane studente che arrivò a odiare gli americani, e quando nel 1937 il dittatore dominicano Trujillo compì un esteso massacro di haitiani neri sul confine tra Haiti e la Repubblica Dominicana, il suo disprezzo si allargò a tutti i bianchi e i mulatti. Nonostante questi sentimenti, che lo spinsero a entrare nel movimento Noirista – un movimento politico e culturale che intendeva ribadire l’uguaglianza – anche se alcune correnti preferivano l’autenticità e la superiorità – dei neri sui bianchi; egli non si fece problemi ad accettare una borsa di studio dall’Università del Michigan nel 1944 per studiare la medicina occidentale.

Formato e armato di importanti conoscenze, Duvalier tornò quindi in patria ove si dedicò indefessamente a viaggiare a piedi di villaggio in villaggio per combattere malattie che devastavano le comunità più povere dell’entroterra haitiano – il tifo, la malaria e la framboesia, una malattia della pelle che provoca effetti terribili e una morte dolorosa.

Il dottor François Duvalier, meglio conosciuto con il nomignolo di Papa Doc.

Con le sue conoscenze e le sue scorte di penicillina e pillole antimalariche, Duvalier riuscì nel suo intento e debellò tutte le malattie. Ciò gli procurò un’enorme fama in tutto il Paese e, appunto, l’affettuoso appellativo di Papa Doc. Nello stesso periodo, ricevette l’incarico come Ministro della Salute Pubblica e la sua carriera politica assieme allo stringersi dei rapporti con il Movimento Noirista lo spinsero a coltivare un interesse sempre maggiore nei confronti della religione ancestrale di Haiti, il Voodoo.

Non è chiaro se Duvalier, colto uomo di scienza, riponesse veramente fede in quelle antiche credenze, almeno all’inizio. Sicuramente erano un ottimo espediente politico, visto che la grandissima parte della popolazione haitiana deduceva che la sua grande abilità derivasse da poteri magici e spirituali che solo lui possedeva. Di fatto, la magia c’entrò ben poco nell’ascesa di Papa Doc – egli raggiunse la vetta tramite il suo acume politico e una spregiudicata forza di volontà che non si arrendeva di fronte a nulla. Quando il suo alleato e amico, il Presidente Dumarsais Estimé, venne deposto e costretto all’esilio dall’ennesimo colpo di Stato, Duvalier fu costretto a nascondersi per quasi sei anni, quando il Presidente eletto dai golpisti appartenenti all’esercito viene a sua volta deposto dai suoi stessi sostenitori.

I militari cominciarono a guardare con favore al ”buon dottore”, il quale si candidò con il loro auspicio. Ma Duvalier non aveva dimenticato i ”cambi d’umore” della leadership dell’esercito né ha perdonato loro l’aver fatto morire in esilio il suo amico Estimé. Infatti la prima cosa che fece una volta eletto Presidente nel 1957, oltre a ridimensionare il potere dell’élite bianco-mulatta e favorire la costituzione di una nuova crema della crema nera, è ridimensionare l’esercito esiliando gran parte dello stato maggiore e tagliandone i finanziamenti. Questa politica gli valse un primo tentato colpo di Stato nel luglio del 1958 – tre ex ufficiali haitiani affiancati da mercenari americani assaltarono il Palazzo Presidenziale. Gli elementi dell’esercito leali a Duvalier massacrarono i congiurati e le loro famiglie, ma ciononostante l’incidente convinse Duvalier che non era possibile fare affidamento sull’esercito.

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Membri della Milizia dei Volontari per la Sicurezza Nazionale, tristemente noti come Tonton Macoute

Nel 1959 costituì il proprio esercito personale – la Milizia dei Volontari per la Sicurezza Nazionale – un’organizzazione che divenne più nota con il suo nome non ufficiale – Tonton Macoute – il nome dell’Uomo Nero del folklore haitiano che passava la notte a infilare i bambini disobbedienti nel suo sacco per poi mangiarseli come colazione. E di fatto i Tonton Macoute agivano di notte, e i ”bambini” – i dissidenti – che sparivano senza lasciare tracce.

I Tonton Macoute indossavano tutti occhiali scuri da sole e un fregio di teschio molto simile a quello delle SS naziste. Non ricevono alcuno stipendio, quindi si procacciano di che vivere con una routine di estorsioni, furti e  altri crimini per sostenere le loro famiglie. Papa Doc li rafforzò progressivamente perché fossero più forti e numerosi dell’esercito haitiano, fatto che lo aiutò a garantire il suo potere e reprimere l’opposizione, specialmente da parte dell’esercito stesso. I miliziani difesero la dittatura di Duvalier torturando, violentando, uccidendo e picchiando coloro che mostravano la benché minima dissidenza politica. Vennero uccisi gli stranieri che avevano cercato rifugio nel Paese prima dell’instaurazione del regime sulla base del fatto che non erano “nativi” di Haiti. Le terre dei contadini furono espropriate e distribuite tra i più eminenti membri dei Tonton, i quali erano, come le SS di Hitler e l’NKVD di Stalin, uno ”Stato dentro lo Stato”.

Papa Doc nei panni di Baron Samedi, lo spirito (loa) della morte nel folklore haitiano.

Un cambiamento radicale all’interno del regime e dell’attitudine di Duvalier si verificò il 24 maggio del 1959. Duvalier, che soffriva da tempo di diabete e disturbi cardiaci, fu colto da un potente attacco che lo gettò in un coma di circa nove ore. Il suo fedelissimo Clement Barbot gli somministrò l’insulina necessaria alla vita e Duvalier si riprese. Tuttavia, al risveglio, il dittatore era un uomo cambiato. Il coma aveva sicuramente causato estesi danni cerebrali e sicuramente un marcato cambiamento della personalità. Duvalier affermò di aver incontrato il Baron Samedi, lo spirito (loa) della morte nel folklore haitiano. E incominciò ad atteggiarsi come se egli stesso fosse il Baron Samedi vestendosi esclusivamente di nero con un largo cappello di feltro, impugnando un bastone con teschio d’argento e parlando con una voce profonda, gutturale e strascicata: “Sono il vostro medico e sono qui per sanare le ferite di tutti gli haitiani” disse in un comunicato via radio.

La violenza aumentò. Neppure Barbot, che gli aveva salvato la vita, fu immune da un’accusa – montata o meno – di aver complottato per rapire i figli di Duvalier. Qualcuno riferì a Duvalier che Barbot si era tramutato in un cane nero. Egli quindi sentenziò che tutti i cani neri ad Haiti venissero uccisi. I comportamenti bizzarri aumentarono. Egli cominciò ad associarsi a una donna misteriosa, bellissima e vestita di nero, che lo accompagnava e gli bisbigliava nell’orecchio. Sia il popolo che gli amici e i famigliari credettero si trattasse di una potente strega e sacerdotessa che lo affiancava nei suoi disegni di potere. Cominciò inoltre a effettuare strani e brutali rituali, come dialogare con le teste mozzate dei suoi nemici politici per cercare consiglio o sacrificare i loro figli a demoni e altri spiriti.

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François Duvalier con il figlio Jean-Claude. I due erano profondamente diversi tanto fisicamente quanto caratterialmente.

Intanto, dopo aver violato la Costituzione, che non consentiva di ricoprire la carica di Presidente per più di un mandato, nel 1961 vinse nuovamente le elezioni, essendo peraltro l’unico candidato. I conteggi ufficiali furono di 1,3 milioni voti a suo favore e nessuno contrario. Il New York Times definì tali elezioni le più oltraggiose della storia dell’America Latina. Successivamente, nel giugno 1964, indisse un referendum costituzionale con lo scopo di proclamarsi Presidente a vita. Ottenne il 99,9% dei voti e dichiarò pubblicamente di aver vinto “non per un suo capriccio ma per la ferrea volontà del popolo haitiano”.

Il culto della personalità del Presidente Duvalier giunse a tal punto da far circolare migliaia di volantini con l’immagine di Cristo che posava una mano sulla sua spalla con la scritta “io l’ho scelto”. Ma nonostante il suo potere e la sua deificazione – tale che gli valse persino una scomunica da parte del Pontefice Paolo VI – Papa Doc sapeva di avere i giorni contati a causa del diabete e dei problemi cardiaci che lo affliggevano. Quando sentì che di essere a un passo dalla fine, fece approvare un emendamento costituzionale che gli permettesse di nominare il suo successore nella persona del figlio diciannovenne Jean-Claude. Duvalier morì poco dopo, il 21 aprile del 1971 e il suo erede, già soprannominato Baby Doc, gli succedette senza problemi.

Tuttavia Baby Doc era poco interessato a governare e delegò i suoi doveri di stato alla madre e alle sorelle. Egli era un tipo molto diverso dal padre – era vizioso, non era interessato minimamente al mumbo-jumbo (parole sue) del padre e soprattutto mancava della sua crudeltà e spregiudicatezza. Un ulteriore affronto alla memoria del padre venne quando si sposò con la divorziata Michele Bennett, esponente di spicco dell’aristocrazia mulatta tanto invisa a Papa Doc.

Baby Doc sposò sposò la divorziata Michele Bennett, esponente di spicco dell’aristocrazia mulatta invisa a Papa Doc.

Gli effetti del suo malgoverno divennero evidenti quando, intorno agli Anni ’80, la crescente povertà portò all’insorgere di focolai di peste suina e AIDS. Gli Stati Uniti negoziarono con Jean-Claude per paura che queste malattie si diffondessero al di fuori di Haiti, convincendolo a uccidere tutti i suini di Haiti in cambio di sostituzioni con maiali statunitensi. Tuttavia i contadini persero molto in questo commercio poiché i maiali statunitensi non erano della stessa qualità di quelli che erano stati loro sequestrati e uccisi. Inoltre una voce di corridoio secondo cui Haiti era una delle principali fonti di AIDS ne distrusse l’intera industria del turismo, danneggiando ancora di più l’economia. Oggi è risaputo che il 64% delle entrate del governo di Haiti era stato sottratto da Jean-Claude, accusa con la quale egli è stato arrestato al ritorno in patria nel 2011 dopo il suo esilio autoimposto in Francia nel 1982.

Una delle maggiori cause della povertà e dell’arretratezza di Haiti oggi è proprio il governo del tandem costituito da Duvalier padre e figlio. I danni e le brutalità inflitte da una famiglia a un intero popolo come hanno fatto i Duvalier è superato solo dal regime dei Kim in Corea del Nord.

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