Heinrich Himmler, il regista dell’Olocausto

Nato a Monaco di Baviera il 7 settembre 1900, colui che sarebbe diventato uno degli uomini più potenti del Reich di Hitler, e al tempo stesso uno dei più grandi criminali della Storia, il giovane Heinrich era il mezzano di tre figli maschi. Il padre, un preside scolastico, era un uomo severo ma coscienzioso e la madre una donna affettuosa e presente. A differenza di molti altri leader nazisti, primo di tutti Hitler stesso, Himmler ebbe un’infanzia serena e piena sotto ogni punto di vista. Studente molto diligente, i suoi insegnanti presero nota sul fatto che nonostante il piccolo Heinrich non fosse molto arguto, la sua laboriosità e la sua smania di compiacere lo rendevano un ottimo allievo.

Himmler da bambino.

Le vere frustrazioni per Himmler arrivarono con l’adolescenza – dapprima il suo senso d’inferiorità per la sua salute malconcia che gli impediva di bere birra con gli amici d’Università e impressionare le ragazze, poi con la fine della Grande Guerra – infatti egli si era arruolato nell’esercito di riserva bavarese nel 1914, ma essendo troppo giovane non gli era stato concesso il fronte. Poco dopo aver raggiunto la maggiore età, la guerra finì – e a Himmler fu risparmiato quell’incubo che aveva traumatizzato e in contribuito a creare il mostro di Adolf Hitler, l’uomo a cui avrebbe dedicato la vita. Himmler infatti fu fin da subito un devoto seguace di Adolf Hitler – partecipò persino al fallito putsch nel 1923, come portabandiera – e credeva che quest’ultimo fosse il Messia destinato a condurre la Germania alla grandezza. Hitler, che era sempre vulnerabile alle lusinghe, decise nel gennaio 1929 che Himmler diventasse il nuovo capo della sua guardia del corpo personale, la Schutzstaffel – le squadre di protezione, le SS – a quel tempo era composte da soli trecento uomini. Himmler esaminava personalmente tutti i candidati per assicurarsi che fossero tutti ”buoni uomini ariani”.

Himmler in seguito ricordò che: “In quei giorni abbiamo riunito la più magnifica virilità ariana nella SS – Verfugungstruppe. Abbiamo persino rifiutato un uomo che aveva un dente cariato”. Quando il partito nazista prese il potere nel 1933, le SS di Himmler erano cresciute fino a raggiungere una forza di cinquantaduemila uomini. Karl Wolff incontrò Himmler per la prima volta alla scuola per ufficiali del Reich di Monaco.

Adolf Hitler ispezionando la  1. SS-Panzer-Division “Leibstandarte SS Adolf Hitler” nel 1938.

“La mia prima impressione di Himmler fu una grande delusione. Ero considerevolmente più alto di lui ed ero già stato insignito della Croce di ferro di prima e seconda classe, ed ero stato ufficiale in uno dei migliori e più antichi reggimenti dell’esercito tedesco. D’altra parte Himmler non aveva decorazioni di guerra e non aveva nulla in comune con il soldato di prima linea; il suo comportamento era piuttosto schivo e poco militare, ma era molto colto e cercava di attirare il nostro interesse con la sua acquisita conoscenza, per entusiasmarci nei compiti delle SS.” Il 15 giugno 1933 Himmler nominò Wolff suo capo di stato maggiore. Wolff parlava di ”nullità”, eppure fu proprio questa caratteristica, quella di non farsi notare, che aiutò Himmler nella sua scalata – nessuno prestò attenzione mentre quest’ultimo con tutta calma trovava la strada per il potere.

Ai raduni del partito prima del 1933, Himmler era l’unico dei gauleiter – leader locali del NSDAP – a dover esibire un documento di riconoscimento alla guardia per poter essere ammesso. Questa nullità avrebbe sbaragliato tutti i suoi rivali e coloro che erano stati i suoi superiori – dapprima Ernst Roehm, capo delle SA a cui le SS erano formalmente sottoposte, giustiziato nella Notte dei Lunghi Coltelli del 1934 – poi Wilhelm Frick, Ministro dell’Interno, che nel 1943 fu destituito e il cui ruolo fu ricoperto da Himmler stesso.

Himmler e sua figlia Gudrun (1929-2018)

Un altro storico rivale di Himmler fu Kurt Daluege, suo parigrado nelle SS, con il vantaggio di essere riuscito a diventare anche Generale della Landespolizei. Himmler dapprima riuscì a costringerlo e a intimidirlo nel supportarlo durante la purga della Notte dei Lunghi Coltelli – una purga così violenta che Daluege stesso passò la notte in ufficio, con la pistola in mano per paura che le SS irrompessero all’improvviso – poi lo escluse sempre più dalle SS riducendolo a un suo vassallo assieme a tutta la polizia di Stato, e quando nel 1943 quest’ultimo fu colto da infarto Himmler subito lo fece mandare in pensione anticipata. Il 17 giugno 1936 Hitler designò Himmler a capo del sistema unificato di polizia del Terzo Reich. Fu anche messo a capo della Gestapo. “Essenzialmente i membri della Gestapo erano strumenti della repressione nazista che consentivano e incoraggiavano il terrore a ottenere e mantenere il controllo dello stato e del popolo… Man mano che il potere nazista si diffondeva, si diffondeva anche la spaventosa reputazione della Gestapo. Sostenuta dal sistema dei campi di concentramento e per il suo diritto, secondo la legge, di estorcere confessioni picchiando, l’uomo della Gestapo con il soprabito di pelle e il cappello scuro a tesa a scatto divenne una figura del terrore”.

Omicidio di massa compiuto dagli Einsatzgruppen, gli squadroni della morte delle SS.

Ovviamente, non è solo per queste ragioni che Himmler divenne tristemente famoso. Il suo nome è infatti indissolubilmente legato alla soluzione finale della questione ebraica. Nell’agosto del ’41, Himmler e il suo aiutante Karl Wolff osservarono un’esecuzione di massa vicino a Minsk, organizzata dal capo della Kriminalpolizei Arthur Nebe – quest’ultimo sarebbe poi stato implicato nell’attentato a Hitler del 20 Luglio 1944 e impiccato. Secondo Wolff, Himmler notò un uomo alto, biondo, con gli occhi azzurri di circa vent’anni a cui fece cenno di avvicinarsi. Himmler chiese all’uomo se entrambi i suoi genitori fossero ebrei. Quando ha risposto “Sì”, Himmler incalzò “Hai antenati che non erano ebrei?” Quando l’uomo rispose “No” Himmler sentenziò “Allora non posso aiutarti”.

In piedi vicino alla fossa, Himmler divenne sempre più angosciato all’inizio della esecuzioni. Sempre secondo Wolff: “Dopo molte raffiche, ho potuto vedere che Himmler stava tremando. Si è passato una mano sul viso e ha cominciato a ondeggiare… La sua faccia era quasi verde… Ha subito vomitato”. Himmler lamentò del fatto che “un pezzo di cervello gli era appena schizzato in faccia”. Dopo che il macello fu terminato, Himmler fece un discorso agli uomini in cui disse loro di “non esitare mai e andare fino in fondo”.

Himmler ispeziona un campo per prigionieri di guerra dell’Armata Rossa in Russia nel 1941.

Wolff affermò che Himmler disse a Nebe di “ideare un mezzo di esecuzione di massa meno raccapricciante del semplice sparare alle persone”. Himmler ovviamente si preoccupò della salute mentale dei propri uomini che operavano in queste missioni. Difatti, uno dei problemi più complessi da risolvere fu individuato nel riuscire a procedere all’eliminazione di grandi masse di persone, come in occasione delle fucilazioni di massa a Babi Yar, in Ucraina, senza che agli esecutori ne derivassero danni psichici o rimorsi di coscienza.

Così le SS crearono il mostruoso sistema industriale dei campi di sterminio. Il primo lager era stato creato a Dachau, in Baviera, già pochi mesi dopo la presa del potere da parte dei nazisti, nel 1933. Tuttavia con l’implementazione del piano di sterminio degli ebrei e delle altre minoranze sgradite secondo l’ideologia nazista, i lager crebbero fino a diventare vere e proprie fabbriche della morte: se all’inizio della seconda guerra mondiale, nei sei grandi campi di concentramento allora già esistenti, erano rinchiusi circa 21 mila detenuti, ma, nel 1940, questo numero era già salito a 800 mila.

Himmler e Rudolf Hess nel 1936, osservando un modello in scala del campo di concentramento di Dachau.

Dopo i campi di concentramento, l’istituzione dei campi di sterminio fu solo una conseguenza: Auschwitz-Birkenau, Sobibór, Chełmno, Treblinka, Bełżec, tutti istituiti nel Governatorato Generale, cioè la parte della Polonia occupata non annessa al Terzo Reich, per tenere nascosto il più a lungo possibile ciò che si stava facendo.

Con le sorti della guerra ormai compromesse, Himmler si presentò l’ultima volta presso il Führerbunker di Hitler a Berlino, il 20 aprile 1945, in occasione del compleanno del Führer. Intanto per “il fedele Heinrich” aveva cominciato a intavolare trattative sottobanco con gli Alleati. Pochi giorni dopo, il 23 aprile, Himmler incontrò, nella cantina del consolato svedese di Lubecca, il conte Folke Bernadotte, proponendo agli anglo-americani la resa tedesca sul fronte occidentale per poi continuare assieme la guerra contro l’Unione Sovietica. Gli Alleati occidentali si guardarono bene dal prendere in considerazione una simile offerta che tuttavia venne resa pubblica. Hitler quando fu informato dell’iniziativa di Himmler andò su tutte le furie e ne ordinò l’immediata destituzione da tutti i suoi incarichi politici e militari oltre che l’arresto e la fucilazione immediata.

Dopo il suicidio di Hitler, il 1° maggio 1945 Himmler si presentò al nuovo Presidente del Reich, l’Ammiraglia Karl Doenitz nel tentativo di assicurarsi un posto nel nuovo governo tedesco e credendo che gli Alleati avrebbero avuto bisogno della sua esperienza nella polizia per contrastare l’avanzata del bolscevismo.

Il corpo di Heinrich Himmler nel quartier generale della 2ª Armata britannica, il 24 maggio 1945.

Nonostante ripetuti incontri, i colloqui si risolsero in un nulla di fatto. Himmler a quel punto cercò di nascondersi assumendo la falsa identità di Heinrich Hitzinger. Tuttavia il 22 maggio, alla periferia del villaggio di Barnstedt, fra Bremervörde e Amburgo, l’ex capo delle SS fu intercettato da una pattuglia militare britannica e arrestato. Himmler rivelò la propria identità e chiese allora di avere un colloquio con il capitano T. Sylvester, comandante del campo, nel vano tentativo di assicurarsi un trattamento privilegiato.

Il giorno successivo, 23 maggio, fu sottoposto a un nuovo interrogatorio e a un’ulteriore perquisizione, per evitare che nascondesse del veleno. Fu allora che Himmler spezzò la capsula di cianuro che aveva inserito in una fessura tra i denti. I britannici gli somministrarono immediatamente un emetico e lo sottoposero a una lavanda gastrica, nel tentativo di tenerlo in vita, ma, dopo dieci minuti di agonia, l’ex gerarca nazista morì. Nei giorni successivi, ufficiali statunitensi e sovietici ispezionarono la salma per accertarsi della vera identità. Il 26 maggio il cadavere fu interrato da alcuni soldati britannici in qualche punto di un bosco nei pressi di Luneburg. Il suo corpo non fu mai ritrovato.

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