E lo chiamarono Cuor di Leone

Grande sovrano o crudele tiranno, cavaliere senza macchia e senza paura o bieco massacratore di nemici. A seconda di come lo si veda, Riccardo I d’Inghilterra, passato alla Storia come Cuor di Leone, è stato tutto questo.

Richard I enthroned, holding a sword, with three Christian heads and three Saracen heads on either side of his throne. Peter of Langtoft and others.England, N. c.1307-27. Language-Latin and French.A poem in French,'The Lament of Edward II'. Royal 20 A II.f.8.Richard I (1157-99) was King of England from 1189 until his death.He also ruled as Duke of Normandy,Aquitaine and Gascony,Lord of Cyprus,Count of Poitiers, Anjou,Maine,and Nantes,and was overlord of Brittany.
Riccardo Cuor di Leone raffigurato in una miniatura medievale.

Nonostante abbia regnato solamente dieci anni, dal 1189 al 1199, in gran parte passati lontano dalle sue terre, e sia morto a soli quarantadue anni, questo sovrano resta una delle figure più conosciute del Medioevo. Tutto merito di Sir Walter Scott, il romanziere britannico che nel 1819 lo inserì tra i personaggi del suo celebre romanzo storico Ivanhoe, oltre che della saga di Robin Hood, nella quale è descritto come un Re buono e giusto in contrapposizione manichea con suo fratello, il principe Giovanni, despota crudele intento a tartassare di tasse il buon popolo inglese.

Parliamo naturalmente di Riccardo I d’Inghilterra, meglio noto con il soprannome di “Cuor di Leone”. Di seguito cercheremo di scoprire chi fosse davvero Riccardo Cuor di Leone, al di là delle mitizzazioni e degli abbellimenti di cui la sua figura è stata oggetto nel corso dei secoli. Cominciamo col dire che quello che sarebbe diventato uno dei meglio conosciuti e apprezzati monarchi della storia inglese era a tutti gli effetti un principe francese, che non spiccicava una parola dell’idioma d’Oltremanica.

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I sepolcri di Enrico II d’Inghilterra ed Eleonora d’Aquitania, genitori di Riccardo I.

Nonostante fosse nato ad Oxford l’8 settembre 1157, infatti, Riccardo, se si escludono gli anni passati in Terrasanta, trascorse buona parte della sua esistenza nei suoi possedimenti d’Oltralpe. I suoi feudi francesi erano un’eredità dei genitori, entrambi di origine transalpina: sua madre era Eleonora d’Aquitania, ereditiera dell’omonimo ducato e donna estremamente colta, della quale Riccardo fu sempre il figlio prediletto, mentre suo padre, Re Enrico II d’Inghilterra era invece figlio del duca francese Goffredo d’Angiò e della principessa Matilde, ultima erede della dinastia normanna che dal 1066 regnava Oltremanica.

Il futuro sovrano dimostrò fin dall’adolescenza di meritare il suo soprannome distinguendosi sempre per il grande coraggio e l’audacia nell’affrontare il nemico, oltre che per la grande destrezza nell’uso delle armi, aiutato in questo da un fisico robusto e atletico: era infatti un giovanotto di statura superiore alla media, un vero marcantonio dalla capigliatura bionda e dai grandi ed espressivi occhi azzurri.

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L’incoronazione di Re Riccardo in una miniatura.

Il giovane principe divenne ufficialmente erede al trono nel 1183, a ventisei anni, in seguito alla prematura scomparsa del fratello Enrico, omonimo del padre, il quale lo aveva già nominato co-reggente.

Mentre i rapporti tra Riccardo e la madre Eleonora furono sempre ottimi, quelli con il padre, Enrico II, furono invece abbastanza burrascosi, specie in seguito all’adesione da parte di Riccardo a una rivolta di vassalli capeggiata dal defunto fratello maggiore per spodestare il padre.  Enrico II, nonostante avesse accordato il perdono al figlio ribelle, allo scambio del bacio della pace non poté trattenersi dal sussurragli all’orecchio queste parole: “Possa il Signore permettermi di vivere finché mi sarò preso la giusta vendetta su di te”. Sei anni dopo, nel 1189, Enrico morì e Riccardo ascese al trono. Non mancarono allora i sospetti circa il fatto che a provocare la morte del vecchio Re fosse stato il suo successore.

Appena divenuto sovrano d’Inghilterra Riccardo decise di recarvisi per conoscere meglio il suo nuovo regno. Deciso a partecipare alla Terza Crociata che si stava allora preparando per la riconquista di Gerusalemme, caricò i sudditi di nuove tasse senza farsi troppi scrupoli.

Riccardo e Filippo di Francia raffigurati su di un manoscritto francese del 1261.

La crociata tuttavia era un’impresa costosissima e così, non bastandogli le contribuzioni dei sudditi, allo scopo di racimolare altro denaro per finanziare la spedizione in Terrasanta il Re si ridusse a mettere all’asta terre e titoli al miglior offerente, prosciugando inoltre il tesoretto messo da parte dal suo defunto padre. Riccardo dopotutto credeva profondamente nell’ideale del sovrano-cavaliere difensore della Cristianità e non c’era miglior modo di mettere in pratica tale ideale se non prendere la Croce e liberare Gerusalemme, che due anni prima era stata strappata ai cristiani dal sultano d’Egitto Saladino.

Sempre in nome della crociata Riccardo si riavvicinò a uno dei suoi più potenti rivali, il re di Francia Filippo II Augusto, impegnandosi a sposarne la sorella Adele. Il Re d’Inghilterra tuttavia finì per mandare a monte l’alleanza rompendo il fidanzamento con la principessa francese per sposare Berengaria di Navarra, ritenendo che quest’ultima unione gli sarebbe stata più vantaggiosa. Le nozze si celebrarono a Cipro, dove la flotta inglese aveva fatto scalo, nel maggio 1191.

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Assedio di Acri, illustrazione del XIII secolo.

Il matrimonio però non fu allietato dalla nascita di eredi, e anzi vi è tutt’oggi il sospetto che non sia mai stato consumato, cosa che portò i detrattori di Riccardo ad accusare il sovrano di omosessualità, considerata all’epoca una colpa molto grave.

Riccardo sbarcò in Terrasanta all’inizio di giugno del 1191. L’arrivo dell’esercito inglese permise alle forze cristiane la conquista dell’importante città costiera di San Giovanni d’Acri, avvenuta a luglio. Dopo la vittoria i crociati entrarono in città e presero prigionieri i soldati musulmani della guarnigione. Le trattative tra Riccardo e Saladino per il riscatto della guarnigione di Acri o per uno scambio di prigionieri si risolsero in un nulla di fatto quando il Re d’Inghilterra ordinò la decapitazione dei 2.700 soldati del Sultano, che reagì massacrando a sua volta i cristiani nelle sue mani. Riccardo combinò poi l’ennesimo pasticcio litigando con il Duca Leopoldo d’Austria, il quale aveva assunto la guida di quanto restava dell’esercito imperiale sbandatosi a seguito della morte dell’Imperatore Federico Barbarossa. Riccardo infatti sminuì l’apporto fornito dai tedeschi, offendendo mortalmente il Duca, con il quale c’erano già stati dei dissapori a proposito della spartizione del bottino.

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Battaglia di Arsuf, tavola del XIX secolo di Eloi Firmin Feron.

Proprio a causa dei contrasti con il sovrano inglese Leopoldo, come pure Filippo Augusto, lasciarono la Terrasanta già in agosto facendo rientro in Europa.

Nonostante i fallimenti nella diplomazia e nelle “pubbliche relazioni”, Riccardo si rivelò un vero cuor di leone nel suo ruolo più congeniale, quello di comandante militare: il 7 settembre 1191 affrontò in campo aperto e sconfisse nettamente le truppe di Saladino nella Battaglia di Arsuf, nella quale il sultano perse 7 mila uomini e 32 emiri. La fama di invincibilità di Saladino venne clamorosamente infranta. Viceversa, la vittoria aumentò ulteriormente la fama di grande guerriero di cui Riccardo godeva, non solo tra i cristiani ma anche tra i musulmani. Era un combattente feroce e implacabile al punto che si racconta che le mamme musulmane, per far stare buoni i bambini dicessero loro “fai il bravo, o chiamo re Riccardo!”

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Riccardo in viaggio verso Gerusalemme alla testa delle truppe crociate.

Il Re d’Inghilterra rimase in Palestina fino all’estate del 1192, quando dovette lasciare la Terrasanta per le notizie che arrivavano dall’Inghilterra: suo fratello Giovanni mirava a spodestarlo e ad impadronirsi del trono. Sfumata la possibilità di assediare Gerusalemme Riccardo si accordò con Saladino affinché i pellegrini cristiani potessero recarsi senza problemi nella Città Santa.

A suggello della pace Riccardo sembra avesse proposto a Saladino un matrimonio tra sua sorella Giovanna e Al-Adil, fratello del sultano ma il progetto naufragò perché Al-Adil rifiutò recisamente la conversione al cristianesimo oltre che per il rifiuto di Giovanna a sposare un principe non cristiano. Lungo la strada del ritorno Riccardo fu fatto prigioniero a Vienna dal Duca Leopoldo, ancora in collera con il re per lo sgarbo di Acri. Solo nel 1194 Riccardo poté tornare in Inghilterra dove riuscì a rintuzzare il tentativo di Filippo Augusto di sottrargli i possedimenti francesi. All’inizio del 1199 venne concordata infine una tregua tra i due sovrani.

Tea at Trianon: Richard I and Robin Hood
Riccardo Cuor di Leone (sulla destra) di ritorno dalla crociata assieme a Robin Hood e ai suoi uomini nella foresta di Sherwood.

Pochi mesi dopo però re Riccardo, impegnato a domare la rivolta di un vassallo, moriva com’era vissuto, combattendo. Emblematica della sua personalità resta la frase con cui ribatté al curato di Neully, il quale lo accusò di orgoglio, avarizia e lussuria, predicendogli che sarebbe finito all’inferno “Lascio il mio orgoglio ai templari, la mia avarizia ai frati, la mia lussuria ai preti”. Con la sua dipartita il trono inglese passò al fratello cadetto Giovanni, ma la fama di Riccardo sopravvisse alla prova dei secoli, alimentata in epoche più recenti, dalla letteratura e dal cinema.

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